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Giardini della Flora
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12 reviews
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1
Very good
3
Average
3
Poor
2
Terrible
3
Marco
Schio, Italy3,978 contributions
Feb 2019 • Family
Ogni volta che vado a Napoli non posso non fermarmi alla Regia di Caserta per una giornata di relax nell’ immenso parco. È una passeggiata decisamente rilassante. Da fare meteo permettendo ovviamente.
Written October 16, 2019
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Cancer81
Varese, Italy609 contributions
Sep 2016
altro fiore all'occhiello di Caserta ma molto trascurata come le altre bellezze più uniche che rare che possiamo vantare. Spesso chiusi, poco curati, manca controllo ed iniziative, senza parlare del fatto che la zona alla sera non è mai abbastanza sorvegliata e divenuta oramai frequentazione prediletta da teppistelli
Written September 6, 2016
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annaverale
caserta34 contributions
Sep 2015
una villa bellissima lasciata all'incuria giardino con piante secolari , chiusa da anni.....ingresso secondario per i giardini della reggia
Written September 22, 2015
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Giuseppe
Fabriano, Italy191 contributions
May 2016 • Friends
Il parco reale di Caserta si estende per 3 chilometri di lunghezza, con sviluppo sud-nord, su 120 ettari di superficie. In corrispondenza del centro della facciata posteriore del palazzo si dipartono due lunghi viali paralleli fra i quali si interpongono una serie di suggestive fontane che, partendo dal limitare settentrionale del Giardino all'italiana, collegano a questo il Giardino all'inglese:
la Fontana Margherita;
la Vasca e Fontana dei Delfini;
la Vasca e Fontana di Eolo;
la Vasca e Fontana di Cerere;
Cascatelle e Fontana di Venere e Adone;
La fontana di Diana e Atteone, sovrastata dalla Grande Cascata.
Le vasche sono popolate da numerosi pesci, specialmente carpe e carassidi, e vi vegetano piante acquatiche delle specie Myriophyllum spicatum e Potamogeton crispus.
La Fontana Margherita, o del Canestro, chiude il giardino all'italiana e apre il percorso verso l'inglese con la prima delle vasche a sviluppo longitudinale.
La Fontana dei tre delfini rappresenta la figura di un mostro marino con la testa e il corpo di un delfino. L'opera fu eseguita da Gaetano Salomone. Quella dei Delfini, presenta una vasca misurante 470 metri per una larghezza di 27 e una profondità di 3 metri. Prende il nome dalla soprastante fontana formata da giganteschi delfini di foggia grottesca dalle cui bocche proviene l'acqua che l'alimenta.
La Fontana di Eolo rappresenta il dio che, sollecitato da Giunone, suscita la furia dei venti contro Enea e i Troiani. L'opera fu eseguita da Gaetano Salomone, Brunelli, Violani, Persico e Solari. È adorna di ventotto statue di venti a fronte delle cinquantaquattro previste dal progetto originale, è una delle opere incompiute del parco: il progetto, di cui resta solo un modello in legno predisposto dallo stesso Vanvitelli, prevedeva un grande gruppo scultoreo di Eolo e Giunone su un carro trainato da pavoni. Grandioso comunque, l'emiciclo a porticato che chiude superiormente la vasca alimentata da una cascata che chiude come un velo alcuni fornici del portico.
Più avanti, la Fontana di Cerere, opera in marmo di Carrara di Gaetano Salomone, va a formare sette cascatelle ed è ornata di delfini e tritoni, Nereidi, statue dei fiumi Oreto e Simeto, tutte sprizzanti alti getti d'acqua. La scultura rappresenta Cerere che sostiene la medaglia della Trinacria. Completano la fontana una statua di Cerere che mostra un medaglione con la Trinacria e tutt'intorno ninfe e draghi. Le conchiglie, i tritoni e le anfore delle due divinità a lato della Dea rappresentano i fiumi siciliani dai quali sgorgano forti zampilli d'acqua.
A chiudere la serie delle fontane, prima della Grande Cascata, la Fontana di Venere e Adone: un grandioso gruppo marmoreo che mostra Venere intenta a dissuadere Adone dall'andare a caccia per evitare che possa essere ucciso da un cinghiale. Intorno ai protagonisti, ninfe, cani, fanciulli e amorini.
In fondo al parco troneggia la Grande Cascata, da cui una notevole mole d'acqua precipita in un bacino adorno del celebre gruppo di Diana e Atteone (opera di Paolo Persico, Tommaso Solari e Angelo Brunelli). Da una parte, Diana, circondata da ninfe, sta per immergersi nelle acque; dall'altra, Atteone, che aveva osato guardare Diana nella sua nudità, è già in parte trasformato in cervo e intorno a lui si agitano i cani che lo sbraneranno.
Nell'area del Giardino all'italiana si giunge alla Peschiera Vecchia, costruita nel 1769 e voluta da Ferdinando IV per dilettarsi con piccole battaglie navali, mentre la Castelluccia, prima che fosse adibita ad abitazione per scampagnate, era il centro delle finte battaglie terrestri. Nella vasca, si allevavano i pesci che venivano serviti alla mensa reale. Tale vasca, venne realizzata sotto la direzione dall'architetto Collecini, durante l'assenza del maestro, che realizza come responsabile generale dei lavori. Collecini si dedica alla costruzione della Peschiera nel parco e rimoderna l'edificio della Castelluccia, nell'estremità orientale del bosco, trasformandolo in padiglione di giochi per il diciottenne re Ferdinando. Nel 1789 termina la costruzione della grande vasca con un isolotto al centro che per le sue dimensioni (270 x 105 m),è chiamata poi Peschiera Grande. La vasca presenta una pianta rettangolare delimitata da un parapetto interrotto da imbarcaderi che si affacciano sullo specchio d'acqua.
Il luogo era destinato alle esercitazioni per le battaglie navali del piccolo Ferdinando IV e prevedeva l'impiego di modellini appositamente costruiti. Al centro della vasca si distingue, sotto la folta vegetazione, un isolotto detto la “pagliara”, che doveva contenere un padiglione con frecce e cannoncini, poi trasformato in luogo per l'intrattenimento degli ospiti. Le batteglie navali si svolgevano nella Peschiera Grande e consistevano in un assalto che il re in persona, a capo di una flottiglia di barche, conduceva contro la "pagliara" che sorgeva sull'isolotto, munita come un fortino di "saettiere" e cannoncini. Per la manutenzione della "flotta" erano stati trasferiti appositamente un congruo numero di marinai, i "Liparoti" originari dell'isola di Lipari per i quali era stato costruito un apposito quartiere nei pressi della "peschiera". Durante le simulazioni militari, seppur in piccola dimensione, furono utilizzati dei veri e propri cannoncini, fucili e mortai.
Si tratta di un lago artificiale costruito nel Parco della Reggia nell'anno 1769 dall'architetto Collecini. Il lago, con un isolotto al centro, è lungo 270 metri, largo 105 e profondo 3,50. Tra il 1769 e il 1773, progettato per il divertimento del Re Ferdinando IV, vi si svolgevano finte battaglie terrestri e marittime con modelli di navi in scala ridotta. Vennero anche insediati in alcune abitazioni, nei pressi della vasca, dei marinai con le loro famiglie; "Liparoti" per poter organizzare i giochi nautici.
Poco distante si trova la Castelluccia, una sorta di fortezza in miniatura edificata nel 1769 per il divertimento e, forse, l'istruzione militare dei Principi reali. In origine, la torre ottagonale, il ponte levatoio, e soprattutto, una cinta bastionata, rendevano chiaro il carattere militare (sia pure di gioco) della struttura. Ma, nel 1819 la trasformazione dei bastioni in giardini ha modificato il disegno iniziale.
la Fontana Margherita;
la Vasca e Fontana dei Delfini;
la Vasca e Fontana di Eolo;
la Vasca e Fontana di Cerere;
Cascatelle e Fontana di Venere e Adone;
La fontana di Diana e Atteone, sovrastata dalla Grande Cascata.
Le vasche sono popolate da numerosi pesci, specialmente carpe e carassidi, e vi vegetano piante acquatiche delle specie Myriophyllum spicatum e Potamogeton crispus.
La Fontana Margherita, o del Canestro, chiude il giardino all'italiana e apre il percorso verso l'inglese con la prima delle vasche a sviluppo longitudinale.
La Fontana dei tre delfini rappresenta la figura di un mostro marino con la testa e il corpo di un delfino. L'opera fu eseguita da Gaetano Salomone. Quella dei Delfini, presenta una vasca misurante 470 metri per una larghezza di 27 e una profondità di 3 metri. Prende il nome dalla soprastante fontana formata da giganteschi delfini di foggia grottesca dalle cui bocche proviene l'acqua che l'alimenta.
La Fontana di Eolo rappresenta il dio che, sollecitato da Giunone, suscita la furia dei venti contro Enea e i Troiani. L'opera fu eseguita da Gaetano Salomone, Brunelli, Violani, Persico e Solari. È adorna di ventotto statue di venti a fronte delle cinquantaquattro previste dal progetto originale, è una delle opere incompiute del parco: il progetto, di cui resta solo un modello in legno predisposto dallo stesso Vanvitelli, prevedeva un grande gruppo scultoreo di Eolo e Giunone su un carro trainato da pavoni. Grandioso comunque, l'emiciclo a porticato che chiude superiormente la vasca alimentata da una cascata che chiude come un velo alcuni fornici del portico.
Più avanti, la Fontana di Cerere, opera in marmo di Carrara di Gaetano Salomone, va a formare sette cascatelle ed è ornata di delfini e tritoni, Nereidi, statue dei fiumi Oreto e Simeto, tutte sprizzanti alti getti d'acqua. La scultura rappresenta Cerere che sostiene la medaglia della Trinacria. Completano la fontana una statua di Cerere che mostra un medaglione con la Trinacria e tutt'intorno ninfe e draghi. Le conchiglie, i tritoni e le anfore delle due divinità a lato della Dea rappresentano i fiumi siciliani dai quali sgorgano forti zampilli d'acqua.
A chiudere la serie delle fontane, prima della Grande Cascata, la Fontana di Venere e Adone: un grandioso gruppo marmoreo che mostra Venere intenta a dissuadere Adone dall'andare a caccia per evitare che possa essere ucciso da un cinghiale. Intorno ai protagonisti, ninfe, cani, fanciulli e amorini.
In fondo al parco troneggia la Grande Cascata, da cui una notevole mole d'acqua precipita in un bacino adorno del celebre gruppo di Diana e Atteone (opera di Paolo Persico, Tommaso Solari e Angelo Brunelli). Da una parte, Diana, circondata da ninfe, sta per immergersi nelle acque; dall'altra, Atteone, che aveva osato guardare Diana nella sua nudità, è già in parte trasformato in cervo e intorno a lui si agitano i cani che lo sbraneranno.
Nell'area del Giardino all'italiana si giunge alla Peschiera Vecchia, costruita nel 1769 e voluta da Ferdinando IV per dilettarsi con piccole battaglie navali, mentre la Castelluccia, prima che fosse adibita ad abitazione per scampagnate, era il centro delle finte battaglie terrestri. Nella vasca, si allevavano i pesci che venivano serviti alla mensa reale. Tale vasca, venne realizzata sotto la direzione dall'architetto Collecini, durante l'assenza del maestro, che realizza come responsabile generale dei lavori. Collecini si dedica alla costruzione della Peschiera nel parco e rimoderna l'edificio della Castelluccia, nell'estremità orientale del bosco, trasformandolo in padiglione di giochi per il diciottenne re Ferdinando. Nel 1789 termina la costruzione della grande vasca con un isolotto al centro che per le sue dimensioni (270 x 105 m),è chiamata poi Peschiera Grande. La vasca presenta una pianta rettangolare delimitata da un parapetto interrotto da imbarcaderi che si affacciano sullo specchio d'acqua.
Il luogo era destinato alle esercitazioni per le battaglie navali del piccolo Ferdinando IV e prevedeva l'impiego di modellini appositamente costruiti. Al centro della vasca si distingue, sotto la folta vegetazione, un isolotto detto la “pagliara”, che doveva contenere un padiglione con frecce e cannoncini, poi trasformato in luogo per l'intrattenimento degli ospiti. Le batteglie navali si svolgevano nella Peschiera Grande e consistevano in un assalto che il re in persona, a capo di una flottiglia di barche, conduceva contro la "pagliara" che sorgeva sull'isolotto, munita come un fortino di "saettiere" e cannoncini. Per la manutenzione della "flotta" erano stati trasferiti appositamente un congruo numero di marinai, i "Liparoti" originari dell'isola di Lipari per i quali era stato costruito un apposito quartiere nei pressi della "peschiera". Durante le simulazioni militari, seppur in piccola dimensione, furono utilizzati dei veri e propri cannoncini, fucili e mortai.
Si tratta di un lago artificiale costruito nel Parco della Reggia nell'anno 1769 dall'architetto Collecini. Il lago, con un isolotto al centro, è lungo 270 metri, largo 105 e profondo 3,50. Tra il 1769 e il 1773, progettato per il divertimento del Re Ferdinando IV, vi si svolgevano finte battaglie terrestri e marittime con modelli di navi in scala ridotta. Vennero anche insediati in alcune abitazioni, nei pressi della vasca, dei marinai con le loro famiglie; "Liparoti" per poter organizzare i giochi nautici.
Poco distante si trova la Castelluccia, una sorta di fortezza in miniatura edificata nel 1769 per il divertimento e, forse, l'istruzione militare dei Principi reali. In origine, la torre ottagonale, il ponte levatoio, e soprattutto, una cinta bastionata, rendevano chiaro il carattere militare (sia pure di gioco) della struttura. Ma, nel 1819 la trasformazione dei bastioni in giardini ha modificato il disegno iniziale.
Written May 2, 2016
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Pasquale V
Caserta, Italy29 contributions
Aug 2015 • Family
Negli anni sessanta e settanta i giardini erano frequentati da sudenti e cittadini. Magnolie secolari ospitavano le prime arrampicate degli adolescenti e ombreggiavano le passeggiate degli anziani. Oggi e semi abbandonata. Cumuli di spazzatura albergano nelle vicinanze degli ingressi e un pò sparse bottiglie di vetro rotte, che peccato!
Written September 1, 2015
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claudio d
Viterbo, Italy34,405 contributions
Jan 2023
Giardino relativamente piccolo (di forma sostanzialmente rettangolare, lungo circa 200 metri e largo 70/80 metri, per una superficie complessiva di poco meno di 1,5 ettari) posto sul lato orientale esterno della Reggia, e in parte confinante con il parco di quest'ultima. Fu creato nel 1837, ma lo stesso Vanvitelli ne aveva previsto la sua realizzazione già alla metà del '700, unitamente ad un giardino gemello sull'altro lato della Reggia, che però non fu mai realizzato. Da quanto ho potuto constatare, il parco è composto da tante grandi aiuole di varie forme e dimensioni, con molte piante di diversa specie (anche di agrumi, che danno colore nelle grigie giornate invernali); sembra curato e pulito, ma purtroppo....è chiuso. Non ne conosco il motivo, ma è da un po' che è chiuso e che viene aperto solo in occasioni estemporanee; peccato, perchè sembra un bel parco, oltretutto a due passi dal centro. Sicuramente merita di più della valutazione che ho assegnato, ma ho dovuto operare una penalizzazione proprio perchè al momento non è aperto al pubblico e quindi non frequentabile (le foto accluse sono state fatte dalle cancellate).
Written January 31, 2023
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tony b
5,044 contributions
Aug 2021 • Friends
Una tappa obbligata per chi si reca a visitare la Reggia.
Un verde pieno di piante rigogliose di tutte le specie.
Si respira un'aria rilassante inondata dai profumi della natura!
Un verde pieno di piante rigogliose di tutte le specie.
Si respira un'aria rilassante inondata dai profumi della natura!
Written August 5, 2021
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Alex
Caserta, Italy1,330 contributions
Sep 2017
Chiusi ed abbandonai. Una volta c'era il cinema all'aperto all'interno di essa,bei tempi andati , purtroppo.
Written August 28, 2018
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KaraBinNemsi
Graz, Austria676 contributions
Jul 2018 • Solo
Der Garten wirkt speziell im Hochsommer vernachlässigt und ungepflegt. Leider etwas enttäuschend im Vergleich zum wunderschönen Palast von Caserta und dem Englischen Garten würde man mehr erwarten
Written August 19, 2018
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domi751
Matera, Italy2,481 contributions
Apr 2017
Sono un bellissimo luogo, i Giardini della Flora, luogo ideale per ammirare la natura ed assaporare gli odori della natura
Written April 21, 2017
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